Riorganizziamoci:

cambiamo abitudini!

Il concetto di “abitudine” è sempre stato molto interessante per me, considerando che non sono una persona con una spiccata forza di volontà.

Il che, ho scoperto, rende difficile modificare le abitudini più radicate.

Ma iniziamo con ordine.

Durante le mie letture di approfondimento per la professione del Professional Organizer, mi sono imbattuta in molti titoli che affrontano l’argomento dello stile di vita e della gestione del tempo.

E ovviamente, non potevo tralasciare un titolo come “Il potere delle abitudini” (Charles Duhigg).

L’argomento è un po’ complesso e lo si intuisce dai primi capitoli, nei quali l’autore spiega come nel tempo, si è capita l’importanza delle abitudini per il nostro cervello.

Lo fa attraverso due casi studio: uno in particolare riguarda un uomo afflitto da un problema neurologico, conseguenza di un’encefalite virale.

Chi si occupa però della sua riabilitazione, scopre che l’uomo è in grado di compiere azioni anche piuttosto complicate, semplicemente perché non lo fa con capacità decisionale ma, seguendo delle abitudini.

 

Si scopre in questo modo che quando un’abitudine riesce a consolidarsi, il cervello la registra e la utilizza come un pilota automatico.

Il nostro cervello, si affida alle abitudini per poter risparmiare energia.

Come si creano le abitudini?

Prima c’è un segnale, un interruttore che dice al nostro cervello di entrare in modalità automatica e quale abitudine usare.

 

Poi c’è la routine, che può essere fisica, emotiva o mentale.

 

Infine c’è il premio, in base alla quale il nostro cervello decide se vale la pena di memorizzare questa routine.

 

Secondo gli scienziati, le abitudini si formano perché il cervello è sempre alla ricerca di modi per risparmiare energia.

 

Ma risparmiare energie mentali potrebbe essere pericoloso se il nostro cervello si rilassasse nel momento sbagliato, così i nuclei della base hanno escogitato un sistema ingegnoso per stabilire quando lasciare che le abitudini prendano il sopravvento.

 

Ecco perché questo meccanismo si attiva all’inizio e alla fine di una determinata unità di informazione: il segnale.

 

Possiamo eliminare le cattive abitudini?

Gli studi sulle abitudini hanno rivelato che non è possibile eliminare una cattiva abitudine, ma solo cambiarla.

E per farlo, possiamo intervenire sul circolo dell’abitudine sostituendo una routine con un’altra, a patto che il segnale e la ricompensa rimangano uguali.

 

Quindi si possono cambiare delle cattive abitudini? Si.

Cambiare un’abitudine è semplice? No.

Bisogna sapere fin dall’inizio che cambiare un’abitudine ci richiederà uno sforzo in termini di determinazione e forza di volontà e questo fino a quando non riusciremo a fare in modo che la nuova routine diventi l’abitudine.

Difficile, ma non impossibile!

Proviamo con un esempio.

Siamo in ufficio e abbiamo l’abitudine di alzarci dalla scrivania e andare al distributore automatico intorno alle 15 per prendere uno stuzzichino.

Abbiamo però deciso che questa abitudine ci porta a consumare più dolci di quelli che vorremmo.

Quindi cosa facciamo?

Cerchiamo di capire quale sia il segnale che fa partire questa abitudine.

Abbiamo un po’ di appetito a metà pomeriggio? Abbiamo bisogno di sgranchirci le gambe e prendere un po’ d’aria? Vogliamo fare due chiacchiere con il collega che incrociamo al distributore?

 

Quale che sia il segnale, cambiamo solo la routine.

 

Facciamo qualche esperimento. Proviamo con diverse routine per capire quale sia quella che ci da la gratificazione giusta.

Ho bisogno di sgranchirmi le gambe e prendere un po’ di aria?

Mi alzerò dalla sedia ma, andrò a prendere un bicchiere d’acqua e farò due passi nel corridoio.

 

Ho un po’ di appetito?

Mi porterò uno spuntino che sia più salutare da consumare non appena sentirò l’impulso di andare al distributore.

Fatto questo e tornati alla scrivania aspettiamo un po’ e poi chiediamoci: ho ancora voglia di andare al distributore?

 

Se il segnale è l’appetito, con uno spuntino salutare dovremmo aver placato la fame.

Se il bisogno è solo di prendersi una pausa, fare due passi dovrebbe essere stato sufficiente.

E così via…

Posso cambiare un'abitudine?

Inizialmente il cambiamento sarà più impegnativo ma poco alla volta l’abitudine si modificherà e vedendo i risultati di questo cambiamento, sarà sempre più facile non tornare alla vecchia.

 

Ammetto di aver iniziato anche io da molto tempo a ragionare sulle mie abitudini e sul modo in cui queste mi influenzano. Sto cercando di modificare quelle che mi creano più problemi ma, un’altra cosa che ho imparato è che risulta poco utile provare a cambiare più abitudini contemporaneamente.

 

La nostra forza di volontà va allenata ed è limitata.

 

Decidere di convogliarla in più cose, rischia di esaurirla in fretta e non ci porta al risultato che vogliamo ottenere.

Quindi se abbiamo delle abitudini che vogliamo modificare: si ma, una alla volta!

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